Le arti marziali cinesi
vengono tramandate da più di duemila anni, e nel corso dei secoli
hanno subito vari mutamenti. I maestri che le hanno praticate, spesso
non si sono limitati ad apprenderle e riproporle così come gli erano
state insegnate, ma le hanno modificate per adattarle alle proprie
capacità, ai propri principi filosofici, alle necessità strategiche
e geografiche. Questo processo ha consentito alle arti marziali di
migliorarsi continuamente col passare dei secoli, ma ha anche causato
una frammentazione che rende molto difficile una classificazione. Si
calcola che gli stili andati perduti siano centinaia. Oggi gli stili
più praticati sono stati codificati dalle federazioni internazionali
che si occupano non solo di tenere vivo lo spirito marziale di
quest'arte, ma anche di far sopravvivere un'antichissima tradizione
culturale.
La principale suddivisione
tra gli stili è tra interni
ed esterni. Esiste
anche un'altra importante categorizzazione, nata dalle esigenze di
adattamento alle condizioni geografiche in cui le arti marziali
venivano praticate, quella tra stili del nord e stili del sud. Nel
nord della Cina venivano praticati stili con posizioni ampie, con un
gran numero di tecniche di gamba e di salti acrobatici. Nel sud
invece gli stili si sono caratterizzati per un minore utilizzo delle
gambe e per posizioni più corte, questo probabilmente a causa del
fatto che in queste regioni vi erano molte risaie,
in cui era difficile poter utilizzare gli arti inferiori per
combattere.
Gli stili interni si basano sullo
studio e lo sviluppo di elementi come lo spirito, la mente ed il qi (respiro, o energia interiore). La pratica degli stili interni si
caratterizza per una completa rilassatezza muscolare che viene
chiamata "morbidezza" o "cedevolezza". Con questi
termini non si intende un abbandono del corpo, ma ci si riferisce ad
uno stadio psico-fisico in cui i muscoli sono decontratti e i sensi
sono reattivi, pronti a reagire. "Cedevolezza" in
particolare vuol dire che non bisogna opporre la forza muscolare a
quella dell'avversario, ma bisogna sfruttare la sua, cedere, farlo
passare oltre, di modo che questo si ritrovi in una posizione
sfavorevole nella quale non possa più nuocere. Per questa
carretteristica di completa decontrazione muscolare, gli stili
interni vengono chiamati anche morbidi,
mentre quegli esterni duri.
Stili imitativi
(象形拳 xiangxinquan)
Categoria di stili "ispirati" alle movenze di un animale. Alcuni stili, come la boxe dell'ubriaco o la boxe del tappeto, ricadono tradizionalmente in questa categoria.
Nell'uso comune quando si parla di Kung-fu, ci si riferisce a questi
stili. Sono veloci ed esplosivi, incentrati sull'uso
della forza fisica e dell'agilità. Vengono chiamati esterni
non
perché prediligano l'uso della forza rispetto a quello dell'energia
interna ma perché la base di partenza per giungere allo sviluppo del Qi è il fisico. Nonostante sia meno accentuato, lo studio del qi,
è presente anche negli stili esterni, nei quali di solito viene
unito alle capacità fisiche in una fase avanzata dell'apprendimento. Esempi: Choy Lee Fut, Bajiquan, Shaolinquan, Baimeiquan.
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Shequan |
(象形拳 xiangxinquan)
Categoria di stili "ispirati" alle movenze di un animale. Alcuni stili, come la boxe dell'ubriaco o la boxe del tappeto, ricadono tradizionalmente in questa categoria.
Esempi: Houquan (boxe della scimmia), Yingzhaoquan (boxe dell'artiglio dell'aquila), Huquan (boxe della tigre), Tanglangquan (boxe della mantide religiosa), Hequan (boxe del serpente).